
DOVE NON SONO MAI STATO, LÀ SONO Una mostra per raccontare i primi cinque anni di Una Boccata d’Arte 8 MAGGIO – 6 LUGLIO 2025 FONDAZIONE ELPIS VIA LAMARMORA 26, MILANO “Perché il paesaggio è organismo vivente dalle capacità tattili: tocca i nervi scoperti dell’anima e li fa vibrare. Se glielo consenti. E perché non è solo bella veduta, ma ragnatela in cui resta avviluppato il pensare e il fare delle generazioni.” Prof. Mattia Pacilli, abitante di Bassiano (LT), Una Boccata d’Arte 2024 |
![]() “Dove non sono mai stato, là sono”, installation view, piano terra, Fondazione Elpis, Milano © Fabrizio Vatieri Studio |
Fondazione Elpis presenta Dove non sono mai stato, là sono, la mostra che Fondazione dedica ai primi cinque anni di vita di Una Boccata d’Arte, il progetto artistico diffuso nato nel 2020 da un’idea di Marina Nissim. La mostra, allestita negli spazi di Fondazione Elpis a Milano, si propone come racconto corale e stratificato di un’esperienza che ha coinvolto cento artisti e cento borghi italiani, uno per ciascuna delle venti regioni italiane, per cinque anni consecutivi. Nato come risposta al silenzio imposto dalla pandemia, Una Boccata d’Arte ha scelto fin da subito un formato radicalmente decentrato: portare l’arte contemporanea fuori dai grandi centri urbani, lontano dalle rotte del turismo culturale e dai consueti spazi istituzionali. Innescando un processo che è insieme artistico, sociale e territoriale, il progetto ha invitato gli artisti a vivere temporaneamente nei paesi, costruendo un dialogo con le comunità e i luoghi, e restituendo l’esperienza in forma di interventi artistici, spesso site-specific, talvolta permanenti, sempre partecipati. Cento artisti, cento borghi, cinque anni In cinque anni di progettualità attiva, Una Boccata d’Arte ha prodotto un archivio vivo, plurale e in costante trasformazione: opere, relazioni, paesaggi, materiali, racconti, gesti. Ha attraversato l’Italia nella sua diversità più profonda: dai paesi lacustri a quelli di montagna, dai villaggi medievali alle aree interne popolate da poche decine di abitanti. I progetti hanno affrontato una molteplicità di temi – dalla mancanza di infrastrutture di base all’isolamento geografico e culturale, dal progressivo spopolamento delle zone rurali all’invecchiamento della popolazione – fino alla sopravvivenza delle lingue e dei dialetti, dei mestieri e delle tradizioni locali, e alla riformulazione delle identità comunitarie. Particolare attenzione è stata dedicata a un fenomeno sempre più diffuso: la turistificazione dei borghi, quella “borgomania” di cui scrive Antonio De Rossi nella raccolta di saggi Contro i borghi, che interroga criticamente il rischio di trasformare luoghi abitati in semplici destinazioni da cartolina. In questo scenario complesso, Una Boccata d’Arte ha scelto di agire in ascolto, creando relazioni autentiche tra artisti e comunità e generando interventi capaci di restituire valore ai territori attraverso uno sguardo attento, situato e non stereotipato. Soprattutto, Una Boccata d’Arte ha scelto di intervenire anche in quei luoghi che sono invece lontani dai soliti tracciati turistici o dagli itinerari dell’arte, in cui le ricchezze culturali e identitarie sono ancora tutte da scoprire. Al cuore del progetto c’è la relazione diretta e la collaborazione con le comunità territoriali esistenti. Gli artisti si sono immersi nel tessuto locale, incontrando persone, storie, saperi e in questo processo sono stati fondamentali i curatori regionali. Figure-ponte, spesso rappresentate da giovani professionisti provenienti dai territori in cui Una Boccata d’Arte si trova a operare, che hanno facilitato i rapporti con la cittadinanza e le istituzioni locali. Molti di questi curatori sono in contatto costante con Fondazione Elpis e danno vita a una rete di circa 40 professionisti con un’alta specializzazione, che costituisce una piattaforma di scambio dinamica e in costante aggiornamento, attiva oltre le finestre di tempo necessarie per la realizzazione dei diversi progetti. |
![]() “Dove non sono mai stato, là sono”, installation view, esterno, Fondazione Elpis, Milano © Fabrizio Vatieri Studio |
LE OPERE PERMANENTI In molti casi, le esperienze sviluppate sui territori hanno lasciato tracce permanenti, a oggi sono circa 40 le opere donate dagli artisti o acquisite da enti pubblici: elementi che compongono un itinerario artistico diffuso, attivo tutto l’anno e che testimonia la portata reale dell’esperienza di Una Boccata d’Arte sui territori in cui ha portato e sviluppato i propri progetti. La storia di Una Boccata d’Arte include anche episodi in cui progressivamente si sono sviluppate le condizioni perché gli interventi diventassero parte integrante del paesaggio cittadino, spingendo le comunità a percepire queste evidenze artistiche come nuovi elementi del patrimonio comune. Un processo di condivisione e di appropriazione che non è per nulla scontato e che Una Boccata d’Arte ha potuto osservare evolversi in maniera diversificata e unica in ciascuna comunità. Ad aprire la strada nel 2020 è stata Whalebone Arch, scultura in terra dell’Impruneta realizzata da Claudia Losi ed esposta a Presicce-Acquarica in provincia di Lecce, unica opera permanente della prima edizione. Negli anni successivi l’itinerario dei borghi si è arricchito con installazioni, video, disegni, opere in realtà aumentata, dispositivi partecipativi e tracce sonore. Per citarne alcune: le sculture sommerse di Giulia Mangoni che celebrano la resilienza del salmerino alpino viandante, posizionate all’interno di diverse fontane a San Lorenzo Dorsino in Trentino-Alto Adige; l’albero in bronzo ispirato alla figura storica del buffone, frutto di una collaborazione tra Diego Miguel Mirabella e la Pontificia Fonderia di Campane Marinelli di Agnone in Molise, la più antica in Italia; il cancello in ferro laccato concepito da Diana Policarpo per una nicchia all’ingresso dell’antica porta del castello di Montegridolfo in provincia di Rimini; l’insegna al neon viola con cui Villiam Miklos Andersen ha riattivato gli spazi di una storica latteria nel cuore di Serre di Rapolano, sulle colline senesi; l’arco luminoso dedicato ai minatori di Abbateggio (Abruzzo) da Agnese Spolverini; per arrivare alle tre opere – un monumentale pavimento in marmo che riporta una riflessione di Lawrence Wiener sul tempo e due scritte in lingua italiana e farsi incise sulle pareti di edifici – che Mohsen Baghernejad Moghanjooghi ha donato al Comune di Santa Severina in Calabria, in cambio dell’impegno del Sindaco a piantare 1.900 alberi: uno per ogni abitante. UNA MOSTRA COME VIAGGIO Come si racchiude in un unico spazio qualcosa che accade simultaneamente in venti luoghi diversi, ogni anno, dal Nord al Sud, dall’entroterra alpino alle isole mediterranee? Dove non sono mai stato, là sono non cerca di restituire un quadro esaustivo, ma propone un montaggio sensibile e trasversale di materiali e opere, un percorso che si sviluppa per accumulo e per affioramento, come un lavoro di scavo archeologico. La mostra si apre già all’esterno della Fondazione, dove sono installate alcune opere nate nei borghi e successivamente trasposte a Milano. Tra queste: il grande Abracadabra di GRJB, visibile sulla facciata, proveniente da Pietragalla (Basilicata); il neon di Margherita Moscardini da Corinaldo (Marche); una statua in cemento della serie Phone User di Judith Hopf; le sculture di Agostino Quaranta dedicate al ritorno onirico del lago Fucino e un fregio in ferro di Binta Diaw, nato da una tappa piemontese del progetto; la scultura di Lucia Cantò, realizzata a Malamocco nella laguna veneziana. GLI SPAZI INTERNI All’interno, gli spazi della Fondazione sono stati ripensati in relazione ai contenuti della mostra. Al piano terra, oltre alle torri-sogno di Matteo Nasini realizzate per il borgo di Soverato Vecchia (Calabria), sono in mostra una selezione di disegni, bozzetti e opere su carta offre una lettura intima e processuale del progetto: dal bozzetto di Gaia Di Lorenzo, che ritrae il portale del Palazzo Ducale di Pietramontecorvino (Puglia), fino ai “disegni performativi” di Antonio Della Guardia, pensati come istruzioni per azioni poetiche in montagna, o ai grandi tondi pittorici su carta di Alice Visentin, che evocano presenze sospese legate al borgo di Avise (Valle d’Aosta). In questa sezione si aggiungono due nuove produzioni site-specific: il disegno cartografico di Simone Carraro, pensato come una mappa allegorica del progetto Una Boccata d’Arte e l’installazione site-specific di Mattia Pajè che attiva il vano scale con un grande disegno murale e tre opere su carta, che proseguono il racconto di Pila Thinkerwiller, realizzato nel borgo umbro di Toscolano. |
![]() “Dove non sono mai stato, là sono”, installation view, primo piano, Fondazione Elpis, Milano © Fabrizio Vatieri Studio |
L’ARCHIVIO COME NARRAZIONE Al piano interrato, il cuore documentale della mostra: un ambiente immersivo che propone una selezione di video, suoni, edizioni, materiali d’archivio prodotti nei cinque anni del progetto. Si va dalle opere video di Fabrizio Bellomo, Eva Marisaldi, Elena Mazzi, Agostino Quaranta e altri, ai documentari degli interventi di Baratto & Mouravas, Beatrice Celli, Virginia Russolo, fino a un grande montaggio video continuo che attraversa tutti e cento i progetti, restituendone la geografia, il ritmo, i volti, i paesaggi. Una serie di sculture modulari in gommapiuma, realizzate da Sabrina Melis nel borgo carnico di Sutrio, diventano display per accogliere pubblicazioni, libri d’artista ed edizioni nate durante il progetto: oggetti che testimoniano la vitalità editoriale e la dimensione discorsiva di Una Boccata d’Arte. IL PRIMO PIANO: UN’INSTALLAZIONE D’ARCHIVIO Il primo piano è interamente dedicato a un’installazione del collettivo Atelier Tatanka, atelier di arti visive, di progettazione grafica e di stampa risograph con base a Bologna, che ha lavorato sull’enorme archivio fotografico di Una Boccata d’Arte (oltre 3.000 immagini), reinterpretandolo e dando forma a una mappa visiva del progetto: un atlante in cui le fotografie selezionate evidenziano installazioni, opere e oggetti generati nei cento borghi. Ragionando sul concetto di geografia dell’arte, Atelier Tatanka ha utilizzato un approccio analitico per ripercorrere l’archivio alla ricerca di testimonianze raggruppabili intorno ad alcuni concetti chiave: territorio, percorso, relazione, catalogazione. Un lavoro di rilettura e riscrittura che restituisce la densità plastica e relazionale del progetto, aprendosi a nuove possibilità interpretative. UN’ESPERIENZA TRASFORMATIVA Dove non sono mai stato, là sono è un’esplorazione visiva, poetica e critica di Una Boccata d’Arte come pratica artistica situata e trasformativa: un progetto che ha messo in relazione artisti e territori, arte e contesto, tempo lento e spazio condiviso. La mostra non intende concludere un percorso, ma rilanciare una riflessione su come l’arte possa agire nel presente, abitare i margini, generare nuovi immaginari. A cinque anni dalla sua nascita, Una Boccata d’Arte si conferma come una delle esperienze più diffuse e radicate nel panorama culturale italiano, capace di connettere poesia e geografia, pratica artistica e ascolto, archivio e visione. PRODOTTI EDITORIALI Una sala del piano interrato sarà interamente dedicata alle pubblicazioni realizzate nel corso di questi 5 anni. In molti casi si tratta di vere e proprie opere editoriali che sono nate nell’ambito o contestualmente alcuni dei progetti nei borghi Queste pubblicazioni non seguono rigide linee guida di formattazione e composizione, ma al contrario rivelano soluzioni molteplici per poter raccontare l’esperienza artistica, allo stesso modo unica e irripetibile, realizzata sul territorio. Per l’occasione l’opera di Sabrina MelisLa sera, dalle 7 alle 9, costituita da una serie di sculture in gommapiuma, sarà allestita come dispositivo espositivo per la consultazione dei volumi: Irini Karayannopoulou FRIULI-VENEZIA GIULIA Elixsir 2021; Renato Leotta (con Claudio Gulli) SICILIA Fortuna di Centuripe 2023; Francesco Cavaliere UMBRIA La Lince D’Ombra e Pietra Sponga 2021; Alice Ronchi LIGURIA Caro Montemarcello 2022; Benjamin Jones TRENTINO-ALTO ADIGE To Live Inside a Second 2023; Mattia Pajé UMBRIA Pila Thinkerwiller 2023; Arianna Pace BASILICATA Me ne andrei nella roccia della Lieta 2023; Mariona e Pedro Cañadas Murúa FRIULI VENEZIA GIULIA Mandi Mandi. L’intreccio diventa suono 2024; Caterina Morigi MARCHE Sibillina 2024; Beatriz de Rijke MOLISE The Sacred Ordinary 2024. |
![]() “Dove non sono mai stato, là sono”, installation view, primo interrato, Fondazione Elpis, Milano © Fabrizio Vatieri Studio |
PUBBLICAZIONI DEDICATE La mostra sarà accompagnata da un libretto di sala disponibile tra le sale espositive. I contenuti dell’esposizione saranno il soggetto del prossimo numero di “Periodiko”, il magazine annuale redatto e pubblicato da Fondazione Elpis che racconta per immagini e testi le esperienze più emblematiche promosse dall’Istituzione. IL PUBLIC PROGRAM La mostra Dove non sono mai stato, là sono è affiancata da un programma pubblico di tre performance dal titolo Voices a cura di Threes che si articola in tre appuntamenti in calendario mercoledì 21 maggio, 4 e 18 giugno. Threes è un’agenzia creativa nata nel 2012 a Milano con cui Fondazione Elpis porta avanti una collaborazione di lungo periodo, finalizzata alla realizzazione di progetti interdisciplinari che pongono in relazione musica, suono e arte contemporanea. Nello specifico, per ognuna delle trascorse cinque edizioni di Una Boccata d’Arte, Threes ha condotto esplorazioni sonore in tre delle venti regioni coinvolte, ogni volta differenti. In occasione della mostra in Fondazione, allo stesso modo Threes presenta tre azioni che coinvolgono tre artisti che utilizzano la voce come mezzo espressivo e che in passato hanno partecipato a Una Boccata d’Arte: (21 maggio) Elena Rivoltini, che aveva operato a Bassiano in provincia di Latina nel 2024, (4 giugno) Beatriz De Rijke, il cui intervento si era tenuto a Guardialfiera in provincia di Campobasso nel 2024, e (18 giugno) il collettivo Polisonum, che aveva lavorato a Gesualdo in provincia di Avellino nel 2021. |
INFORMAZIONI Dove non sono mai stato, là sono 8 maggio – 6 luglio 2025 Orari di apertura: da giovedì a domenica, h 12-19 Ingresso libero Fondazione Elpis Via Lamarmora 26, Milano www.fondazioneelpis.org Contatti: +39 02 8974 5372 | info@fondazioneelpis.org Social: IG: @fondazioneelpis | FB: Fondazione Elpis | #fondazioneelpis Come arrivare: MM3 Crocetta; Tram linea 16 (fermata Via A. Lamarmora) Accessibilità: i tre piani espositivi sono collegati da un ascensore. CONTATTI PER LA STAMPA PCM Studio di Paola C. Manfredi Via Carlo Farini, 71 – 20159 Milano www.paolamanfredi.com | press@paolamanfredi.com | +39 02 36769480 Federica Farci | federica@paolamanfredi.com | +39 342 0515 787 Elvira Perlingieri | elvira@paolamanfredi.com | +39 349 438 3062 Ekaterina Dementyeva | ekaterina@paolamanfredi.com | +39 349 926 7882 FONDAZIONE ELPIS Fondata nel 2020 da Marina Nissim, imprenditrice e collezionista, Fondazione Elpis ha come missione il sostegno ai giovani artisti attraverso un programma articolato di mostre, residenze, incontri, laboratori, performance e progetti diffusi e radicati su tutto il territorio nazionale. Con l’obiettivo di esplorare aree e scenari al di fuori dei circuiti tradizionali dell’arte contemporanea, Fondazione Elpis mette in dialogo mondi solo apparentemente distanti, intercettando l’evolversi dei linguaggi espressivi. Ha sede a Milano, all’interno di una ex lavanderia industriale nel quartiere di Porta Romana, oggi spazio dedicato alla sperimentazione artistica e alla ricerca, che promuove modelli di partecipazione e fruizione di pubblici diversi. La sua identità è profondamente legata a Una Boccata d’Arte, progetto attivo dal 2020 in collaborazione con Maurizio Rigillo di Galleria Continua e con la partecipazione di Threes. Un’iniziativa diffusa che ogni anno coinvolge 20 artisti e artiste nella creazione di progetti site-specific in 20 borghi italiani – uno per ogni regione -, nati dall’incontro diretto con i luoghi e le comunità locali, che valorizzano il patrimonio culturale del territorio. |