Milano, 24 ottobre 2025_We Mediterranean, progetto di architettura collettiva e itinerante, plana in Triennale Milano e al Punto Luce del quartiere Gallaretese in occasione della Milano Arch Week: il festival internazionale dedicato all’architettura, alle trasformazioni urbane e al futuro delle città, promosso da Comune di Milano, Politecnico di Milano e Triennale Milano, in programma da lunedì 27 ottobre a domenica 2 novembre 2025.
Tema di questa settima edizione: Inequalities and Architecture.L’interrogativo condiviso da Nina Bassoli, curatrice per architettura, rigenerazione urbana, città di Triennale Milano, e da Matteo Ruta, professore del Politecnico di Milano, con i partecipanti del festival quest’anno è: ‘Può l’architettura redistribuire potere?’ La Canopy di We Mediterranean, prova a dare il suo contributo atterrando dal 28 ottobre all’ingresso del Palazzo dell’Arte di Milano. Ripensata in una nuova versione indoor da Matilde Cassani, Francesca Lanzavecchia e Giovanni Piovene e ingegnerizzata da Studio Mosae, la pensilina rilegge il concetto di nomadismo come opportunità d’incontro. Sotto il manto ricamato, il tessuto, già interpretato da Caterina Frongia, torna protagonista: sono Cassani e Lanzavecchia, in questa tappa, a rivisitarlo con un intervento minimo che rilegge l’atto di vidimazione del passaporto: l’originario tessuto Farniente di Dedar si arricchisce di timbri, fissati con ago e filo, che legittimano il movimento, invalidando confini e barriere. Aperta al passaggio del pubblico, la Canopy si fa punto di condivisione per artistə e poetə, practitioner e attivistə, e ripercorre le esperienze seminate e raccolte nel suo viaggio: in Libano, con il team di We Design Beirut, a Milano nel tunnel di Dropcity, fino all’ancoraggio nel parco del Grumello durante l’ultima edizione del Lake Como Design Festival. Zavorrata con leggerezza al pavimento mosaicato della Triennale di Milano, la pensilina di We Mediterranean si apre alla fruizione e all’accoglienza, ospitando tre giornate di incontri, a cura di Paola Carimati e Azzurra Muzzonigro.
Si inizia il 29 ottobre 2025 (ore 16.30) con Parola corpo parola: workshop con reading di poesia e performance. La ricerca somatica delle artiste Maddalena Iodice e Giuditta Vettese incontra il lavoro sulla parola del collettivo Murmur, a cura di Maria Luce Cacciaguerra e Allison Grimaldi Donahue. Un momento di ricerca sul corpo a partire dalla grammatica del corpo stesso. Una pratica dell’attenzione che parte dal respiro, dal movimento, dal rapporto tra spazio e pelle, tra sé stessi e gli altri, per lasciare alle parole la possibilità di affiorare libere e incondizionate. Un primo tempo, affidato alla pratica di Iodice e Vettese, sarà seguito da una seconda parte guidata da Murmur, in collaborazione con Bud Toolkit, in cui saranno condivisi i testi poetici dei partecipanti selezionati per il workshop, letti e lavorati collettivamente. A chiudere l’esperienza, dalle 19.00 alle 20.00, saranno le letture di Maria Luce Cacciaguerra e Allison Grimaldi Donahue. Le artiste e poetə leggeranno i propri testi in dialogo con quelli di Etel Adnan, Paul Celan, Ibn Hamdîs, mentre le performer Iodice e Vettese presenteranno il lavoro Prossima Distanza.
Il 30 ottobre 2025 (ore 16.30), appuntamento con Flotte mediterranee: un confronto tra diverse realtà impegnate nelle missioni in mare, che raccontano al pubblico come si svolgono concretamente le operazioni, quali sono le sfide quotidiane e le reali criticità. L’evento vuole offrire uno spazio di dialogo aperto, non solo per sensibilizzare l’opinione pubblica e favorire una maggiore consapevolezza su questi temi, ma anche per facilitare l’incontro tra organizzazioni che operano in questo ambito. Intervengono: TOM – Tutti gli occhi sul Mediterraneo, Sea-Watch, Open Arms, Seasters.
Il 31 ottobre 2025 (ore 17.00),Mediterraneo insieme sarà invece il racconto di artistə e attivistə, educatorə e designer che sperimentano pratiche progettuali radicate nella terra in cui vivono: agiscono su una scala locale per prendersi cura dell’altro, che sia l’ambiente o la comunità cui afferiscono. Invisibili e potenti, le realtà coinvolte leggono le fragilità che le circondano come opportunità d’incontro e sogno collettivo. Da Maratea a Siracusa e Genova, accarezzando Somma Vesuviana per poi tornare a Milano, l’evento vuole essere un momento di scambio per immaginare come il progetto può generare connessioni virtuose con chi, quotidianamente, si occupa di migrazione e accoglienza. Intervengono: Francesco Cavalli (Breeding and Learning Unit), Marialuisa Firpo (Nuova Libbaneria Mediterranea), Domenico Urraro (Tramandars), Moncada Rangel (SIRACUSA–PANTALICA), Francesca Moncada (Le Dimore del Quartetto) in dialogo con Beatrice Leanza (curatrice, autrice di The New Design Museum), Anna Anzani ed Emilia Bitossi (Naga).
| Visual Studio Ossidiana |
Sempre all’interno del calendario Arch Week, ma ‘off site’,We Mediterraneanapproda – qui con la Pigeon Tower – anche nel Punto Luce Milano Gallaratese di Save the Children: ilcentro ad alta intensità educativa inaugurato quest’anno su progetto di studio Aoummper supportare bambini, bambine e adolescenti a fianco di scuole, istituzioni e associazioni del territorio. Installata dal 27 ottobre nel giardino di via Ojetti 20,lavoliera disegnata da Studio Ossidiana, costruita in Libano dagli artigiani di We Design Beirut, prodotta e ingegnerizzata da Studio Mosae, cambia pelle e si veste di una nuova maglia metallica. E come già accaduto per il modulo originario di We Mediterranean — il Teatro, recentemente adottato dalla missione Mato Grosso — anche la torretta avrà una seconda vita: saranno i bambini e gli adolescenti del Punto Luce ad ‘abitarla’ prendendosene cura. Anche qui, come in Triennale Milano, l’architettura migrante innesca relazioni. Il 27 ottobre 2025,dalle 17.00 alle 18.30, si terrà BIRDHOUSE: quando l’architettura incontra l’accoglienza. ‘La storia di un condominio un po’ speciale’. Un workshop che Save the Children attiva con We Mediterranean per coinvolgere le ragazze e i ragazzi del quartiere Gallaratese. Condotto da Francesca Lanzavecchia, con l’equipe educativa della cooperativa Equa, vuole restituire il valore educativo del progetto, immaginando per questo condominio-voliera un po’ speciale un futuro di convivenza, inclusione e pace.
L’attracco di queste piccole architetture, simbolo di condivisione e coesistenza, è frutto di un processo collettivo che ha incrociato energie creative e generosità: in particolare da parte di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, Lago spa, Salone del Mobile.Milano, Triennale Milano che non hanno fatto mancare il loro sostegno. Dimostrando che educare il design all’accoglienza è un gesto possibile che nutre la società.