Qual è il ricordo più intimo che ha di Lelio come musicista in casa?
Ne ho un’infinità… ma il ricordo più tenero è ricordare Lelio al pianoforte insieme a ragazzi giovanissimi, che Lelio amava e che invitava a casa per seguirli, insegnargli accordi per arricchire le armonie.
Lelio è stato un pioniere del jazz in Italia, da Studio Uno con Antonello Falqui a collaborazioni con giganti come Louis Armstrong. Quale aspetto del suo genio – musicista, showman, scrittore – vorrebbe che i giovani di oggi riscoprissero di più?
Senz’altro il musicista, Lelio ha composto e inciso un’infinità di brani, melodie meravigliose. Una personalità versatile, di grande vigore intellettuale, elegante e provvisto di un grande senso dell’umorismo e di una grande umiltà, come umili erano i “Grandi” di una volta… Amava la letteratura, scrivere, un suo grande amore: il Cinema.
Ha scritto romanzi, racconti. Interpretato ruoli in film importanti come l’Avventura di Michelangelo Antonioni, l’Ombrellone di Dino Risi e molti altri. Ha scritto colonne sonore per il Cinema. Il romanzo più sorprendente, pubblicato da Einaudi: “L’erotismo di Oberdan Baciro”.

La vicenda giudiziaria del 1970 è stata un capitolo doloroso, un “errore clamoroso” come lei ha definito. Come ha influenzato la vita di Lelio, e come la Fondazione lavora per “rendergli giustizia” attraverso eventi come il documentario Souvenir d’Italie di Giorgio Verdelli?
Un clamoroso errore giudiziario!!! All’apice del suo successo, nel giugno del 1970 la vita di Lelio viene scossa da un fulmine, con l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti viene arrestato, assieme all’attore Walter Chiari. Dopo circa un mese di carcere in cella d’isolamento, Lelio è libero di uscire, completamente scagionato. Errore giudiziario. Il giudice Santino Mirabella scriverà un libro sul caso Luttazzi
“ L’Illazione” e lo definirà “un orrore giudiziario”.
Lelio in galera scrive: “Operazione Montecristo” edito da Mursia. Qualche mese fa, il giornalista Guido Vitiello su “Il Foglio” scrive un formidabile articolo: “L’incazzatissimo Operazione Montecristo”. E lo definì un surreale errore giudiziario. “Lelio ne uscì con un umorismo mostruosamente potenziato, un sentimento dell’assurdo da fare invidia a un esistenzialista e una fottuta paura della magistratura italiana”.
La vita di mio marito venne sconvolta, ci vollero anni e anni per lenire un dolore infinito che lo accompagnerà per tutta la vita.
La Fondazione fin dalla sua nascita (ottobre 2010) per rendergli giustizia ha lavorato affinché la verità trionfasse.
Ancora oggi a 55 anni da quel maledetto 1970, mi vedo spesso costretta a scrivere ai Direttore di Quotidiani, Settimanali, per far correggere articoli che tirano in ballo “la storia” senza mai spiegare come si dovrebbe… come era andata… senza contare le innumerevoli cause intraprese da mio marito e da quando Lelio è volato via, intraprese da me. Sempre vinte, poche lire, ma enormi soddisfazioni.
Per il Centenario (2023) grazie alla Rai, alla casa cinematografica Mad Entertainment, al regista Giorgio Verdelli, abbiamo presentato alla Festa del Cinema di Roma in anteprima il documentario “Souvenir d’Italie”. Una festa indimenticabile.

La Fondazione è nata dalla sua “idea geniale” subito dopo la scomparsa di Lelio, per sostenere i giovani che lui amava tanto. Qual è stato il momento più gratificante in questi 15 anni, forse vedendo un vincitore del Premio esibirsi su un grande palco?
La Fondazione è stata creata da me dopo tre mesi dalla scomparsa di Lelio con lo scopo di sostenere, realizzare e promuovere azioni e progetti rivolti alla diffusione della cultura, dell’educazione e della formazione musicale. Sostenere i giovani che intendono perfezionarsi nel campo della musica e le attività di carattere sociale in cui la musica rappresenta un valore di sostegno e di promozione della persona.
In 15 anni i momenti gratificanti sono stati innumerabili. La Fondazione ha lavorato e continua a lavorare con grande impegno. Gli Eventi sono stati infiniti per ricordare Lelio. Sul sito ufficiale della Fondazione si possono consultare: spettacoli dal vivo insieme alle grandi orchestre, alle Big Band, Rassegne, Concerti, Mostre “Lelioswing” in nazionale. Premio Lelio Luttazzi per giovani autori pianisti jazz e tanto altro.
Il Premio 2025 è dedicato ai giovani autori pianisti jazz: le iscrizioni gratuite sono rimaste aperte fino al 30 settembre, finale al CPM di Milano il 31 ottobre, con borsa di studio e pubblicazione. Quali qualità cerca la giuria (direttore artistico del Premio Maestro Gabriele Comeglio) nei partecipanti?
Capacità di esecuzione del proprio brano inedito, creatività, tecnica, interpretazione, improvvisazione.
Come state “seguendo” i talenti delle edizioni passate, come Thomas Umbaca o Marta Frigo? Ci sono storie di successo che le riempiono il cuore, magari di ragazzi che hanno trasformato il Premio in una carriera?
I ragazzi che si sono iscritti a queste 6 edizioni del Premio sono stati molti. Ricordo l’edizione del 2017 quando la finale fu trasmessa in diretta su Rai Uno in prima serata dal Blue Note di Milano. Una grande emozione per i giovani ragazzi. Vinse Manuel Magrini, considerato da tempo uno dei più promettenti talenti del jazz per la sua abilità pianistica e compositiva.
Ricordo Seby Burgio, Marta Frigo, deliziosa creatura. Thomas Umbaca, Danilo Tarso, Vittorio Esposito e tutti gli altri con affetto. Continuano a fare musica con eccelsi risultati.
E spesso hanno partecipato agli Eventi della Fondazione Luttazzi.
Oltre al jazz, la Fondazione promuove formazione e cultura musicale in generale. Ci racconti di un progetto recente, come la mostra Lelioswing a Sanremo o gli eventi per il centenario della nascita di Lelio nel 2023.
Non abbiamo mai smesso di organizzare Eventi. Per il centenario di Lelio nel 2023 abbiamo realizzato un mare di concerti, spettacoli dal vivo, rassegne… Nel giugno/ luglio 2025 abbiamo organizzato la Mostra “Lelioswing la musica e lo stile di Lelio Luttazzi a Sanremo in una location splendida al Forte di Santa Tecla. E per la Festa della Musica il 21 giugno un concerto “Festa della Musica per Lelio Luttazzi” sempre al Forte di Santa Tecla con l’orchestra del M.o Freddy Colt e i suoi Swing Kids.

In un mondo dominato da streaming e generi ibridi, come vede il ruolo del piano jazz oggi? E quali consigli darebbe a un giovane pianista che sogna di seguire le orme di Lelio?
Vediamo e frequentiamo molti giovani che amano il jazz, appassionati, che studiano, si impegnano, frequentano master all’estero. I consigli che noi diamo ai ragazzi sono sempre quelli di studiare, di impegnarsi, di non perdere occasioni.
Se Lelio potesse vedere il Premio oggi, cosa direbbe? E qual è il sogno più grande per la Fondazione nei prossimi anni?
Che cosa direbbe Lelio non lo so. Dovreste chiederlo a lui. Il nostro sogno più grande è semplicemente quello di poter continuare a lavorare in futuro con amore e tanta passione come stiamo facendo da quindici anni.

Milano Arte Magazine ringrazia Andrea Conta per la collaborazione.