
In vista dell’inaugurazione della nuova mostra da Kunst Meran Merano Arte dal titolo Earthly Communities – dal 22 giugno al 12 ottobre 2025 – i curatori, Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi in dialogo con l’artista Alexandra Gelis presentano il progetto espositivo, terzo capitolo del programma di ricerca triennale The Invention of Europe. Ospitato dallo spazio no profit Settantaventidue, Milano, l’incontro si svolge mercoledì 11 giugno alle ore 19. La conversazione esamina le tematiche presentate nella mostra Earthly Communities che, attraverso il linguaggio visivo, l’azione performativa e la produzione filmica, esplora la storia dei rapporti tra Europa e Abya Yala, ovvero l’America Latina letta in chiave decoloniale, a partire dalla pratica artistica di Alexandra Gelis (Venezuela, 1975), tra le artiste protagoniste della collettiva. Nel suo lavoro Gelis indaga i temi dell’identità, della memoria e della giustizia sociale, considerando le complesse relazioni tra persone, tecnologia e società e al fine di costruire delle narrazioni che esplorano gli effetti persistenti del colonialismo nei conflitti politici e sociali contemporanei di Abya Yala. L’artista affida a film, fotografia, disegno e installazioni il racconto delle sue ricerche, ispirate da istanze storiche, politiche e sociali, e in cui l’ambiente è analizzato come uno spazio non solo geografico, ma anche culturale e socio-biopolitico. Nella sua recente serie Agua, Walking the Vacilón River (2024), Gelis esamina criticamente le narrazioni storiche legate all’oppressione coloniale. L’opera si concentra sulla trasformazione dei territori attraverso la migrazione di navi, persone e merci tra Africa, America ed Europa a partire dall’epoca coloniale. Basandosi sul Vacilón, un fiume immaginario che simboleggia la migrazione tra Colombia e Venezuela, l’elemento dell’acqua diventa metafora non solo del movimento delle persone, ma anche delle tensioni emotive e fisiche a esso associate. L’opera risponde alla violenza e agli squilibri sociali, dando spazio a voci emarginate. La mostra: una riflessione sui rapporti tra Europa e Abya Yala, tra arte, performance e cinema Earthly Communities è un progetto complesso e sfaccettato che si svolgerà a Kunst Meran Merano Arte dal 22 giugno al 12 ottobre 2025. Curato da Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi e incentrato sui transiti umani e più-che-umani tra Europa e Abya Yala, il progetto comprende una mostra – con opere di Minia Biabiany, Marilyn Boror Bor, Carolina Caycedo, Luigi Coppola, Etienne de France, Alexandra Gelis, Mazenett Quiroga, Eliana Otta, Amanda Piña, Sallisa Rosa, Samuel Sarmiento – un programma performativo – con contributi di AMAZON, Ismael Condoii, Luigi Coppola, Alexandra Gelis e Amanda Piña – e un programma filmico – con opere di Laura Huertas Millán, Eliana Otta, e Naomi Rincón-Gallardo. |
![]() Alexandra Gelis |
INFORMAZIONI AL PUBBLICO Mercoledì 11 giugno 2025 ore 19 Conversazione aperta al pubblico con l‘artista Alexandra Gelis e i curatori Lucrezia Cippitelli e Simone Frangi Spazio Settantaventidue, Milano, Via Lodovico Il Moro, 1 CONTATTI PER LA STAMPA Kunst Meran Merano Arte Anna Zinelli | zinelli@kunstmeranoarte.org | + 39 0473 212643 Julia Lindner | press@lindnerconcepts.com | +39 349 0823968 PCM Studio di Paola C. Manfredi Federica Farci | federica@paolamanfredi.com | +39 342 051 5787 Ilaria Chiodi | ilaria@paolamanfredi.com |+39 349 242 47 |
Biografia artista Alexandra Gelis Nata a Caracas (Venezuela) nel 1975, attualmente vive e lavora tra la Colombia, il fiume Vacilón in Costa Rica e Tkaronto. La sua pratica è basata sulla ricerca, orientata ai processi e multidisciplinare, e comprende film, fotografia, disegno e installazioni new media con elettronica interattiva costruita dall’artista stessa e suono. È nota per opere cinematografiche e installazioni immersive modulari non documentarie. La sua ricerca interdisciplinare esplora l’identità, la memoria e la giustizia sociale, sottendendo le complesse relazioni tra persone, tecnologia e società, nonché gli effetti persistenti del colonialismo nei conflitti politici e sociali contemporanei di Abya Yala. Biografie curatori Lucrezia Cippitelli (Roma, 1974), Ph.D, ricercatrice e curatrice, co-direttrice di Arthub. Recentemente è stata direttore artistico di Ateliers Picha (Repubblica Democratica del Congo, 2019-2022), il programma educativo a lungo termine e site-specific di Picha (l’organizzazione guidata da artisti che gestisce la Biennale di Lubumbashi) e curatrice della 7a Biennale di Lubumbashi. Ha curato la Biennale Interactiva (Merida, Messico, 2005 e 2007) e la seconda Biennale di Bucaramanga Desde aqui (Colombia, 2015). La sua ricerca e la sua pratica curatoriale si concentrano sull’educazione radicale, la cultura DIY, la site-specificity e il collettivismo, con particolare attenzione alle epistemologie del Sud globale. Ha diretto l’avvio di un Media Lab a L’Avana (Alamar Express Lab, con Omni Zonafranca, Cuba, e Inventati, Italia, 2005-2007); un laboratorio per la produzione artistica site-specific a Khartoum (Khartoum Art Lab, Sudan, 2010-2012); un Master in Arti Visive presso la Alle School of Arts and Design – Addis Ababa University (2011-2016). È professore di Estetica all’Accademia di Brera, Milano, e ha recentemente curato la mostra Sammy Baloji. K(C)ongo, Frammenti di dialoghi intrecciati. Classificazioni sovversive (Le Gallerie degli Uffizi, Firenze 2022) e Georges Senga, Comment un petit chasseur païen devient prêtre catholique (Museo delle Civiltà, Roma, 2022). Recentemente è stata coautrice del libro Colonialità e Culture Visuali in Italia, Mimesis 2021. Simone Frangi (Como, 1982) è ricercatore, curatore e critico d’arte. Ha conseguito un Dottorato di ricerca in Filosofia – Estetica e Teoria dell’Arte in co-tutela internazionale presso Université de Bourgogne – Dijon (FR) e Università Degli Studi di Palermo (IT) e un Perfezionamento Filosofico in Teoria Critica della Società presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca. Dal 2013 al 2017 è stato direttore artistico di Viafarini (Milano, IT). Dal 2013 co-dirige con Barbara Boninsegna Live Works – Free School of Performance presso Centrale Fies (Dro, Trento, IT). Con la stessa istituzione ha co-fondato la Agitu Ideo Gudeta Fellowship, sviluppata in dialogo con Mackda Ghebremariam Tesfau’ (Razzismo Brutta Storia) e Justin Randolph Thompson (Black History Month Florence). Dal 2014 co-dirige con Alessandro Castiglioni A Natural Oasis? un programma di training curatoriale nomade nel Mediterraneo, attualmente alla quarta edizione. Dal 2013 è professore di Teoria dell’arte e Cultura Visuale presso l’ESAD – Accademia di Belle Arti e Design di Grenoble (FR), dove ha fondato con Katia Schneller l’Unità di Ricerca “Hospitalité Artistique et Activisme Visuel: pour une Europe diaporique et post-occidentale” (2025 – in corso). Sempre con Katia Schneller ha fondato il Festival des Gestes de la Recherche (alla quarta edizione nel 2023), attualmente ospitato da Le Magasin – Centre National d’Art Contemporain (Grenoble). Nel 2015 è stato uno dei cinque curatori della X edizione del Premio Furla per l’Arte Contemporanea e nel 2016 uno dei dieci curatori della XVI Quadriennale di Roma. Nel 2018 è stato guest curator a Museion, Bolzano (IT) con il progetto Somatechnics. Transparent travelers and obscure no-bodies Nel 2021 è stato uno dei senior curators di School of Waters – MEDITERRANEA19, nel 2022 co-curatore della XXVI edizione del Premio Nazionale Arti Visive Gallarate al MA*GA e nominator del MAXXI BVLGARI PRIZE 2022. Nel 2021 è stato uno dei tutor del programma VERSO della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, IT) ed è attualmente nel comitato scientifico del progetto europeo DE.a.RE – Deconstruct and Rebuild (2022-2024). Tra le recenti pubblicazioni: Colonialità e Culture Visuali in Italia, co-curato con Lucrezia Cippitelli (Mimesis, 2021) e School of Waters. The Book, co-curato con Alessandro Castiglioni (Archive, 2021). Kunst Meran Merano Arte Kunst Meran Merano Arte è una “Kunsthaus” con sede a Merano, in Alto Adige. L’istituzione pensa all’arte e all’architettura contemporanee come piattaforme educative e strumenti di mediazione culturale. Ponendosi come spazio espositivo di respiro internazionale, Merano Arte intende essere un luogo di presentazione dell’arte capace di sostenerne lo sviluppo, la produzione e la mediazione, favorendo al contempo il dibattito che scaturisce da essa. Tra i suoi obiettivi fondamentali figura l’ampliamento della storia dell’arte e della cultura a forme di narrazione spesso dimenticate o marginalizzate, come quelle femminili, non conformi a canoni eteronormativi o provenienti dal cosiddetto “Sud Globale”. La programmazione interdisciplinare dell’associazione segna il profilo culturale della città di Merano e influisce sulla produzione artistica locale. Nella sua funzione di punto di incontro e scambio per l’arte contemporanea, Merano Arte organizza diverse iniziative, parallelamente all’attività espositiva, come conferenze, residenze d’artista, workshop e performance, spesso in collaborazione con istituzioni pubbliche, e partner privati. Merano Arte è un’associazione artistica senza scopo di lucro nata nel 1996. Dal 2001 ha sede presso la Kunsthaus, ristrutturata e adattata a spazio espositivo dallo studio di architetti Höller & Klotzner.settantaventidueÈ un centro culturale no-profit nato per promuovere la radicalità nelle arti visive, spaziali e sonore, al di fuori delle logiche commerciali e delle tendenze mainstream. Situato lungo il Naviglio Grande di Milano, propone una programmazione d’avanguardia, accessibile e interdisciplinare, con l’obiettivo di stimolare un dialogo inclusivo e critico. Fondato da Alessandro Scotti e frutto di un intenso confronto con Daniel Marzona (scomparso lo scorso 2024), settantaventidue opera sotto l’ente no-profit Umbra Grey ETS, mantenendosi libero da influenze di mercato. Dal suo avvio, ha attivato diversi programmi aperti al pubblico: Contemporary Visual Arts Program: esplora l’opera di pionieri dell’arte concettuale e minimale, oltre a giovani artisti che ridefiniscono il linguaggio contemporaneo. Sound Arts Program: indaga le sperimentazioni sonore dagli anni ’60 a oggi, intrecciando musica, arti visive e ricerca concettuale. Design Program: celebra autori e movimenti radicali, dal design grafico all’architettura, con un focus su sperimentazione e visioni alternative. House of Estates Program: valorizza gli archivi degli artisti del ‘900, offrendo spazi per mostre e ricerca. Le attività sono annunciate su Instagram @settantaventidue |